Salute dell’ovulo

e incidenza sulla fertilità

Sai che avere un buon ovocita è un fattore determinante per la riuscita della gravidanza?

Ti sei mani domandata quali sono i fattori che compromettono la qualità dell’ovulo?

I fattori che determinano la qualità di un ovulo.

Come fare in modo che sia qualitativamente migliore?

Le anomalie cromosomiche negli ovuli determinano la fertilità e hanno un impatto maggiore su ovulazione e fecondazione a qualsiasi stadio di sviluppo.

Dalla fecondazione in poi un embrione formato da un ovulo con un’anomalia nei cromosomi ha un potenziale inferiore di riuscire a continuare a svilupparsi, dunque c’è un maggior rischio aborto in caso di gravidanza avviata oppure una maggiore difficoltà a restare incinta.

Il secondo fattore da tenere in massima considerazione è che la proporzione degli ovuli con anomalie può essere influenzata dalla dieta e dallo stile di vita. Nelle donne con età superiore ai 40 anni la percentuale di anomalie cromosomiche può toccare addirittura il 70%. Se riusciamo a ridurre questo fatto, allora anche la percentuale delle fecondazioni in vitro con risultato positivo aumenta vertiginosamente.

Produzione di energia negli ovuli.

Ci vuole un’enorme quantità di energia affinché l’ovulo elabori i cromosomi in modo corretto e faccia tutto il resto del lavoro necessario per arrivare a maturazione. Le strutture che producono energia dentro gli ovuli sono i mitocondri, che agiscono come delle minuscole centrali elettriche che trasformano le varie fonti di energia necessarie alla cellula in ATP.

L’ATP dunque è la prima forma di energia usata dagli ovuli. Un ovulo in crescita ha bisogno di moltissima ATP. È stato dimostrato il fatto che un ovulo ha bisogno dell’attività di più di 15.000 mitocondri, 10 volte di più di qualsiasi altra cellula del corpo.

Anche le cellule follicolari, che circondano gli ovuli, contengono molti mitocondri.

Col tempo i mitocondri si riducono e funzionano di meno.

Fortunatamente esistono degli integratori specifici per aumentare la funzionalità dei mitocondri.

Dunque riepilogando quanto detto fin qui, è importantissimo mantenere una corretta quantità e funzionalità dei mitocondri perché sono loro la principale fonte di produzione di ATP e l’ATP è la principale fonte di energia di cui ha bisogno l’ovulo per maturare.

Adesso veniamo ai fattori che possono ridurre la fertilità.

Sembra strano il Bisfenolo (BPA) è uno di questi.

Il BPA è una tossina riconosciuta e ne è stata provata la tossicità verso gli ovuli.

Quantità di BPA sono presenti nei contenitori di plastica (anche per alimenti!), negli scontrini (per cui si trasmette per contatto), in alcuni alimenti e nelle bevande in lattina.

Le ricerche dimostrano che anche minuscole quantità di BPA possono interferire con il sistema ormonale e danneggiare gli ovuli in via di sviluppo. Quindi se magari utilizzi spesso contenitori di plastica o magari riscaldi i cibi nel microonde e non ti assicuri che i contenitori in cui lo fai siano senza BPA, o ancora metti il cibo ancora caldo nei contenitori di plastica e lo lasci raffreddare lì dentro, devi sapere che il BPA presente nel contenitore di plastica viene sempre più ceduto nell’alimento e quindi lo ingerisci costantemente. L’ideale sarebbe dunque utilizzare contenitori di vetro.

Dunque lo ripetiamo, il BPA non incide solo sul sistema ormonale in generale ma anche sugli ormoni che coordinano il sistema riproduttivo.

La soluzione è dunque eliminare la plastica dalla cucina perché il BPA si libera ulteriormente dal contatto con l’acqua calda o con determinanti agenti aggressivi oltre che, come detto, dal microonde. Si raccomanda dunque nel modo più categorico di non lavare la plastica in lavastoviglie ma a mano.

Ftalati e altre tossine sono altri fattori che possono ridurre la fertilità, dal momento che possono alterare i livelli e le attività degli ormoni nel corpo umano. Questo dato è noto da anni agli scienziati. Gli ftalati sono usati nella plastica morbida, nel vinile, nei prodotti per la pulizia, nello smalto e nei profumi. Il dato di fatto è che il 95% delle donne incinta ha forme biologicamente attive di ftalati ed è provato ormai che l’esposizione agli ftalati ahimè danneggia il feto.

Cosa succede agli ovuli esposti agli ftalati?

Gli ftalati interferiscono con la crescita dei follicoli ovarici e riducono anche la produzione degli estrogeni. Nelle cellule follicolari infine interferiscono anche con la sopravvivenza dell’embrione.

Dunque bisognerebbe cercare di ridurre o eliminare gli ftalati, tenendo presente che si trovano nei cosmetici, negli spray per capelli, nelle lozioni, nelle fragranze, nello smalto per unghie, nelle lozioni e creme corpo e perfino vengono rilasciati progressivamente dalle tende per doccia, che dunque è consigliato sostituire spesso.

Altre tossine da evitare sono senza dubbio diossina, atrazina, perclorato, pesticidi, organo fosfati, glicoleteri e ovviamente metalli pesanti come piombo, arsenico e mercurio.

Molto importante è anche diagnosticare se c’è una carenza di vitamina D, un ipotiroidismo o una malattia celiaca, perché queste sono tre condizioni che riducono la fertilità.

Vitamina D e fertilità.

La vitamina D ha un ruolo nella produzione di ormoni riproduttivi. Si pensa che la carenza di vitamina D interrompa il sistema estrogeno e riduca la produzione dell’ormone antimulleriano (AMH) che riveste un proprio ruolo nella crescita e nello sviluppo dei follicoli ovarici.

Ipotiroidismo e fertilità.

I disordini della tiroide sono direttamente legati all’aborto ma determinano anche disordini all’ovulazione e insufficienza ovarica prematura. Ciò significa che il numero e la qualità degli ovuli limita in modo critico la fertilità. L’ipotiroidismo subclinico è un fattore di insufficienza ovarica prematura.

Salute delle gengive e fertilità.

Le malattie gengivali sono causate da batteri che crescono tra i denti e le gengive, come ad esempio accade quando si evidenzia una gengivite. L’infezione causa una risposta immunitaria, determina un’infiammazione locale, quindi le tossine si diffondono al sistema circolatorio e si può creare un’infiammazione sistemica, ovvero i batteri si fanno strada nel fluido amniotico e causano una risposta immunitaria locale che aumenta il rischio di aborto spontaneo e nascita prematura.

Integratori utili per migliorare la qualità dell’ovulo.

FOLATI = vitamina B. l’acido folico è una forma sintetica di folato che si usa negli integratori e riesce a prevenire seri difetti nella nascita. Quando si sta programmando o si desidera un bambino i folati andrebbero assunti regolarmente con largo anticipo. I folati servono per fare nuove copie del DNA e quindi non è strano che sia utile per la qualità degli ovuli appunto aumentare i folati. Dose 400 microgrammi/800 microgrammi al giorno.

Una dieta adeguata con maggiore assunzione di folati aumenta i livelli di progesterone, che è uno degli ormoni fondamentali per la gravidanza, riduce il rischio di problemi legati all’ovulazione e migliora la qualità degli ovuli.

COENZIMA Q10 = aumenta la qualità degli ovuli e degli embrioni e aumenta la quantità di energia cellulare a disposizione degli ovuli, infatti gioca un ruolo fondamentale per l’energia in generale nell’organismo, nei muscoli, nel cervello e negli ovuli in sviluppo, agendo direttamente sui mitocondri. Il coenzima è una parte vitale della catena di trasporto degli elettroni che generano energia elettrica all’interno dei mitocondri. Questi poi sfruttano l’energia per produrne altra sotto forma di ATP.

Sono cibi ricchi di coenzima Q10: pesce azzurro, carne e pollame.

Esistono due forme di Q10: l’ubiquinone e l’ubiquinolo.

L’ubiquinone non è molto solubile e non viene assorbito bene, viene convertito in due forme di coenzima Q10 che diventa poi un antiossidante attivo. Il consiglio è sempre quello di acquistare la forma ubiquinolo che è la forma più assorbibile e funziona dunque molto meglio. Spesso quando si comprano gli integratori di coenzima Q10 si tratta di ubiquinone e 600 mg di coenzima Q10 in questo caso equivalgono a 200-300 mg di ubiquinolo.

VITAMINA E = è un antiossidante ed è noto da tempo che gli antiossidanti giocano un ruolo importante sulla fertilità.

Antiossidante è detto di una molecola che neutralizza molecole di ossigeno reattivo, che normalmente si formano durante il metabolismo e sono chiamati radicali liberi perché sono particolarmente reattivi e producono ossidazione. Il danno ossidativo provoca maggiori problemi all’ovulo e in parte ciò è legato al fatto che con il tempo il sistema di difesa, legato agli enzimi antiossidanti, col tempo diventa meno reattivo e meno efficiente.

Negli ovuli di donne più avanti con l’età ci sono meno enzimi antiossidanti e questo permette alle molecole ossidanti libere di causare danni.

Nelle donne con insufficienza ovarica, tendenza ad aborti spontanei, preeclampsia, endometriosi, è stato riscontrato un livello di stress ossidativo maggiore, oltre a una resistenza insulinica e alti livelli di zucchero nel sangue.

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09 MAGGIO 2022


Neuropersonalità cortisolica

Significato, sintomi e soluzioni

Esistono delle circostanze legate a periodi storici e situazioni particolari come quello che stiamo vivendo negli ultimi due anni, in cui molte persone attivano il sistema primario di allarme e protezione del sé, che di fatto rimane attivato in modo cronico, anche successivamente al compiersi di quelle circostanze.

Il sistema della paura è proprio la base neuronale della neuropersonalità cortisolica.

Cosa accade alle persone con neuropersonalità cortisolica?

Questo sistema ha come scopo primario l’evitamento del dolore e del pericolo.

Se una corretta attivazione di questo sistema ci può addirittura salvare la vita, una sua eccessiva attivazione ci rende deboli e disfunzionali: in altre parole, il sistema paura/ansia attiva l’asse dello stress attraverso circuiti tra le ghiandole ipotalamo, ipofisi e surrene, e innesca una risposta psicosomatica attiva o passiva.

È curioso come negli animali la risposta alla paura/ ansia sia prevalentemente attiva (attacco-fuga) mentre nell’essere umano è prevalentemente passiva e si traduce con un’inibizione dell’azione fisica e psicologica.

Tradotto: dal punto di vista fisico la persona tende a non muoversi e addirittura a rimanere chiuso in casa; dal punto di vista emotivo si ha una riduzione della grinta, rabbia ed aggressività che lasciano spazio ad atteggiamenti remissivi, portando la persona o il bambino ad essere “insensibile” alle emozioni che prova o alle sensazioni che sente.

Questo trova un riscontro dal punto di vista biochimico in un’aumentata produzione degli ormoni inibitori, come cortisolo e noradrenalina, e in una diminuzione significativa degli ormoni adrenalina, ossitocina, gaba e testosterone.

Cosa succede quindi al carattere di persone con neuropersonalità cortisolica?

Normalmente esse mostrano una forte tendenza al bisogno di stabilità e sicurezza, hanno sempre necessità di essere rassicurate ed evitano volentieri emozioni forti, ad esempio evitano di prendere decisioni che potrebbero cambiare il loro presente, entrando in una sorta di apatia emozionale e immobilismo fisico.

Neuropersonalità cortisolica e sistema digestivo

L’essere umano, nella sua condizione fisiologica normale, è fatto per godere pienamente della sensazione del piacere corporeo.

Alla base del sistema del piacere corporeo troviamo il sistema digestivo artefice della produzione complessiva di serotonina (il neurotrasmettitore principale del piacere nel corpo) per il 90 %.

Questo sistema è regolato dall’apparato nervoso parasimpatico, ovvero quella parte di nervi che ha come effetti principali la stimolazione dei processi digestivi, il rilassamento muscolare e la stimolazione dell’eccitazione sessuale.

Quando la persona è esposta a fattori che la fanno sentire in pericolo, senza stabilità, senza sicurezza nel presente e nell’immediato futuro, si attiva invece in modo preponderante, il sistema simpatico, che al contrario ha lo scopo di far prevalere l’istinto primordiale di fuga dal pericolo e di preservazione della sopravvivenza sulle funzioni digestive, degli istinti sessuali e ovviamente legate al rilassamento muscolare.

Come conseguenza di tutto questo, possiamo avvertire sintomi e segni relativi a cattiva digestione, disbiosi intestinale, abbassamento della produzione di serotonina, inibizione del sistema immunitario e disfunzioni del cosiddetto cervello enterico, che sono alla base dei meccanismi patogeni e delle principali malattie psicosomatiche.

Va da sè che, se noi ci troviamo in uno stato cronico che ci fa avvertire una sensazione di paura legata ad un pericolo reale o presunto, non possiamo continuare a svolgere le normali funzioni ed attività della vita quotidiana, preservando il nostro stato fisiologico di salute psicologica, emotiva e fisica.

In altre parole se, come abbiamo detto, questo abbassa anche le difese immunitarie, è più probabile ammalarsi.

Neuropersonalità cortisolica e gravidanza

Numerose ricerche mostrano che alti livelli di cortisolo e noradrenalina in gravidanza attivano lo stesso tipo di risposta nei bambini che portano in grembo. Per quanto riguarda i bambini, il contatto fisico e i comportamenti tipici di un genitore amorevole sono fondamentali anche da questo punto di vista, perchè bassi livelli di cura affettiva nella prima infanzia aumentano stress, ansia e sensibilità al cortisolo nella vita adulta.

Pensiamoci soprattutto con riferimento a questo periodo storico e pensiamo proprio ai danni che inconsapevolmente stanno ricevendo i nostri bambini.

E di fronte a tutto questo quale può essere la soluzione?

Fortunatamente ce ne sono diverse, alcune delle quali sono rappresentate dalle pratiche di Mindfulness estremamente funzionali per abbassare i livelli di cortisolo, aumentare l’attivazione del sistema nervoso simpatico, migliorare la produzione di ormoni come adrenalina, ossitocina e gaba, migliorare la produzione di testosterone regolarizzando il sistema primario di allarme e protezione del sé.

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24 marzo 2022


OSSITOCINA: ORMONE

DELL’AMOREVOLEZZA E DELLA CURA

Se sei mamma probabilmente avrai già sentito parlare di OSSITOCINA. E se sei papà è probabile che anche tu qualche volta l’abbia sentita nominare, ma oggi chiariamo definitivamente QUALE RUOLO GIOCA NEL COMPORTAMENTO AFFETTIVO E GENITORIALE.

Prima di tutto lascia che ti ricordi che ognuno di noi ha comportamenti regolati da una serie di ormoni e neurotrasmettitori che determinano appunto il quadro delle diverse NEUROPERSONALITÀ. Ne ho parlato in alcuni post sui miei social, in particolare nel Gruppo Facebook Genitore Allenatore, valli a vedere. Questo significa che i protocolli scientifici validati a livello internazionale che prendiamo a riferimento dimostrano che c’è una relazione biunivoca tra presenza più o meno elevata di certi ormoni nell’organismo e comportamento dell’individuo.

In altre parole, se il comportamento di un soggetto è regolato a livello biochimico dalla presenza o meno di certi ormoni, allora è anche vero che andare a REGOLARNE RESPONSABILMENTE LA PRESENZA può determinare un CAMBIO SIGNIFICATIVO DI COMPORTAMENTO.

Partendo da questo presupposto, oggi parliamo proprio dell’ossitocina.  

L’ossitocina regola i processi affettivi tra esseri viventi, l’amorevolezza dunque, ovviamente anche nel delicato rapporto tra cuore e pancia durante il periodo della gravidanza.

Naturalmente la madre inizia ad amare il figlio fin dal concepimento, quando lo tiene in pancia e gli trasmette fin da subito quel senso di sicurezza fisica che si rafforzerà a livello fisico ed emotivo nei primi mille giorni di vita. Dopo la nascita infatti il bambino o la bambina è fondamentale che si sentano sicuri a livello fisico ed affettivo e questo ovviamente è qualcosa alla quale possono contribuire entrambi i genitori. Genitori ossitocinici sono anche genitori sicuri ed amorevoli.

L’ossitocina è presente in tutte le specie animali, non solo nell’essere umano, ed è l’ormone che spinge a costruire il nido, la cuccia, che porta all’avvicinamento e alla relazione stabile, e più il cervello dell’animale è sviluppato, più tutto questo a sua volta sarà sviluppato (i rettili sono assai poco ossitocinici, non per niente il cervello rettile è il primo cervello che gli animali hanno sviluppato e alcuni di loro, i rettili appunto, non ne hanno sviluppati altri, mentre ad esempio i mammiferi animali sono molto simili all’essere umano per comportamento affettivo).

L’ossitocina inoltre stimola anche gli ormoni legati allo stress, ovvero lo stress è una delle risposte quando manca l’amorevolezza per poca presenta di ossitocina.

Una mamma depressa, ansiosa, stressata, tesa, tenderà a trasmettere tutto ciò al bambino che porta in grembo e che di questo porterà i segni a livello epigenetico dopo la sua nascita. Infatti diversi disturbi psicosomatici derivano proprio dalla mancanza di amorevolezza quando si era nella pancia della mamma e poi nei primi anni di vita.

La personalità ossitocinica sviluppa cuore, gentilezza, empatia nella mamma e poi nel padre, dunque possiamo senza dubbio affermare che l’ossitocina è alla base del rapporto madre figlio e padre figlio.

Mamme con alti livelli di ossitocina provano addirittura un senso di appagamento durante il parto, mentre madri con bassi o bassissimi livelli di ossitocina, oltre ad essere poco amorevoli, possono addirittura arrivare a comportamenti aggressivi o di totale abbandono verso i figli.

Più è presente ossitocina meno sarà presente aggressività e rabbia, oltre che come dicevo prima stress, ansia, preoccupazione.

L’ossitocina si sviluppa naturalmente quando l’ambiente familiare è armonico, quando i genitori si vogliono bene, dunque spesso si dice che è l’ormone che genera la famiglia, intesa come relazione stabile e duratura tra i genitori e tra di loro e i figli, i quali a loro volta svilupperanno più sicurezza, cura di sé e delle relazioni con gli altri, dunque anche migliori capacità di socializzazione da piccoli, da adolescenti e da adulti.

E se siamo figlie di madri poco ossitociniche? La scienza dimostra che tenderemo a replicare il comportamento di scarsa amorevolezza verso i nostri figli, ma fortunatamente oggi si può intervenire con maggior consapevolezza per dare i nostri figli ciò che anche noi avremmo voluto e che ci è mancato. L’amorevolezza si può davvero imparare, soprattutto quando ci sentiamo genitori nel profondo e abbiamo dei figli che stanno per nascere.

30 agosto 2021


EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ

FIN DA PICCOLI

Abbandono scolastico, bullismo, discriminazione di genere, intolleranza, violenza fisica o psicologica: serve subito un cambiamento a livello di consapevolezza per evolvere il nostro essere al necessario stadio superiore.

Viviamo in un mondo che sta superando la frammentazione per unirsi, almeno formalmente e tecnologicamente, nella globalizzazione, e non sempre, soprattutto i giovani, sono preparati a sopportare e supportare una visione del mondo così ampia e complessa. Questo cambio di paradigma sta avvenendo in maniera decisa sotto tutti i punti di vista (sociale, economico, territoriale) e il CARICO DI STRESS INCONSCIO che porta con sé è pazzesco.

Lo stesso concetto di SALUTE non può più intendersi come assenza di malattia ma si evolve in un concetto di STATO DI BENESSERE PEF, psicologico, emotivo e fisico.

Per questo motivo, semplificando al massimo il nostro ragionamento, è necessario conoscere strategie e strumenti per un approccio che promuova salute e benessere a tutte le età.

Non solo, ma in presenza di situazioni di disagio conclamato che giunge fino a una vera e propria depressione (l’OMS ha dichiarato che negli ultimi anni il 50% della spesa sanitaria è stata utilizzata per curare situazioni legate all’ansia, allo stress e alla depressione) un nuovo approccio, un vero cambio di paradigma, non solo è funzionale ma è anche necessario e supportato da solide basi scientifiche.

Fortunatamente negli ultimi anni sono fioriti studi molto importanti che hanno portato alla luce il fatto che la dignità umana e l’intelligenza emotiva possono essere sviluppate attraverso tecniche semplici, immediate e che non abbisognano di altro che della volontà di essere apprese ed applicate con regolarità, fino a farle diventare vere e proprie sane abitudini. Tutte queste tecniche si basano proprio sullo sviluppo della CONSAPEVOLEZZA DI SÉ, molte delle quali ho occasione di praticare quotidianamente con i miei pazienti e con tutti coloro che si affidano al mio Percorso Genitore Allenatore.

Sempre più genitori infatti si rendono attori sensibili delle emozioni dei loro figli e attenti osservatori dei loro comportamenti, al punto tale che non appena notano qualcosa di particolare si rivolgono a figure esperte nel COACHING e nella MEDICINA PSICOSOMATICA.

La principale pratica per ripristinare il giusto stato PEF è senza dubbio la MINDFULLNESS, validata da oltre 2000 ricerche scientifiche e utilizzata in tutto il mondo per consentire all’individuo di apprendere delle conoscenze definite “seme”, che nel tempo germoglieranno e fioriranno sotto forma di SOFT SKILLS, ovvero “competenze soft”, competenze relazionali, prima di tutto dell’individuo con sé stesso e poi dell’individuo con gli altri e con la società in genere.

Immagina, cosa succederebbe se tu oppure, meglio ancora, tuo figlio o tua figlia fin da piccoli sviluppassero capacità di gestire ansia, stress, altalene emotive, paure?

E cosa succederebbe anche in termini di RISULTATI e RENDIMENTO SCOLASTICO?

Purtroppo la scuola tradizionalmente intesa non offre un’educazione su questi aspetti, che invece sono cruciali sia nel Percorso Genitore Allenatore sia nel Percorso per Homeschoolers (Educazione Parentale) che sto implementando.

Dunque se senti che è arrivato il momento per te di evolvere nelle tue conoscenze relative a questo argomento, o hai percepito chiaramente il reale valore che ha tutto questo sull’equilibrio psicologico emotivo e fisico di tuo figlio o tua figlia, chiedimi più informazioni.

Io sono qui per aiutarti!

31 luglio 2021


EDUCAZIONE PARENTALE O ISTRUZIONE FAMILIARE (HOMESCHOOLING)

Ritieni che il percorso scolastico di tuo figlio o di tua figlia non ne soddisfi il reale bisogno?

Hai timori particolari, legati a questo periodo storico, nel mandare tuo figlio o tua figlia a scuola?

L’attuale sistema scolastico non è o non è più in linea con i tuoi valori personali e temi che possa nuocere anziché giovare all’educazione di tuo figlio o tua figlia?

Sei lavoratore o lavoratrice freelance e la vostra famiglia necessita di organizzare il tempo e le attività in maniera particolare?

Se ti stai ponendo queste e altre domande, allora devi sapere che la soluzione esiste ed è perfettamente legale.

L’articolo 34 della Costituzione Italiana dice che l’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria in Italia, ma non obbliga necessariamente alla scolarizzazione. Su questo purtroppo c’è ancora poca informazione, anche se fortunatamente, soprattutto alla luce di quello che stiamo vivendo nell’ultimo anno, il trend delle famiglie che scelgono l’homeschooling è senza dubbio in crescita.

Fare istruzione parentale senza mandare i figli a scuola è semplicemente un modo diverso di organizzare l’istruzione dei nostri figli.

L’educazione parentale è una scelta quindi perfettamente legale anche in Italia ed è una scelta che consente alle famiglie di istruire i propri figli andando anche a personalizzare le attività in base alle attitudini dei figli, alle passioni e anche alle esigenze specifiche di ognuno.

Attraverso l’homeschooling la famiglia provvede direttamente all’istruzione e il sito stesso del MIUR, il Ministero dell’Istruzione, fornisce tutte le indicazioni di base per farlo.

Tecnicamente i genitori devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale.

A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo come candidato esterno fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico.

Riferimenti normativi:

·       Costituzione, art.30 “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti “.

·       Costituzione, art. 34 “l’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita”.

·       Legge 5 febbraio 1992, n. 104, art. 12 comma 9 “Ai minori handicappati soggetti all'obbligo scolastico, temporaneamente impediti per motivi di salute a frequentare la scuola, sono comunque garantite l'educazione e l'istruzione scolastica”.

·       Decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297, art 111 comma 2: “I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità”.

·       Decreto Ministeriale 13 dicembre 2001, n.489, art. 2 comma 1 “Alla vigilanza sull'adempimento dell'obbligo di istruzione provvedono secondo quanto previsto dal presente regolamento:
a) il sindaco, o un suo delegato, del comune ove hanno la residenza i giovani soggetti al predetto obbligo di istruzione;
b) i dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado statali, paritarie presso le quali sono iscritti, o hanno fatto richiesta di iscrizione, gli studenti cui è rivolto l'obbligo di istruzione”.

·       Decreto legislativo 25 aprile 2005, n. 76, art 1, comma 4: “Le famiglie che – al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione – intendano provvedere in proprio alla istruzione dei minori soggetti all’obbligo, devono, mostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli”.

·       Legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 622: “L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età “.

·       Decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 62 art.23 "In caso di istruzione parentale, i genitori dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a presentare annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Tali alunni o studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione”.

Potresti farti adesso alcune domande:

Sarò in grado di garantire le giuste informazioni ai miei figli?

L’educazione parentale è un sistema nel quale l’istruzione può essere impartita direttamente dai genitori, se ne hanno competenza, capacità e tempo, oppure da una figura che si definisce Istitutore o Istitutrice, un collaboratore familiare che peraltro, oltre a svolgere la funzione di insegnante presso il domicilio della famiglia o in domicilio diverso concordato, funge anche da collante con l’istituto scolastico scelto per effettuare l’esame finale, quindi è un vero e proprio rappresentante della famiglia nei confronti dell’istituto scolastico.

I miei figli, se scelgo l’istruzione parentale, non perderanno l’aspetto scolastico legato alla socializzazione con altri bambini?

Questo non accade nella misura in cui si sceglie di fare homeschooling insieme ad altre famiglie e si coinvolgono i bambini in attività anche, per così dire, non strettamente didattiche. Ma attenzione “non strettamente didattiche” è un’espressione che sto usando semplicemente perché nell’immaginario c’è l’idea che esistano attività didattiche (scolastiche) e attività non didattiche (extra scolastiche), ma tengo molto a precisare che in educazione parentale tutte le attività sono didattiche perché non c’è obbligo di stare al banco per 8 ore tutti i giorni e poi, soltanto dopo, poter uscire magari a giocare o a fare sport.

Cosa significa che non c’è obbligo di stare ogni giorno 8 ore a fare lezione e che tutte le attività sono didattiche?

Significa che, una volta acquisiti i programmi scolastici con riferimento ai quali verrà verificato il livello di conoscenza del bambino o della bambina a giugno, in sede di esame al fine di essere iscritti all’anno scolastico successivo, esiste la più totale libertà di istruzione. Lo stereotipo del fatto che si studia dalle 8 del mattino alle 13 o alle 16 dal lunedì al venerdì viene quindi a cadere completamente. Non ci sono giorni né orari stabiliti da altri che non dalla famiglia eventualmente in accordo con gli istitutori se intendono avvalersene, né necessariamente alcune materie devono essere studiate sui libri ma possono essere apprese anche attraverso attività di laboratorio che addirittura possono essere multidisciplinari. Come la famiglia si organizzi non interessa in alcun modo alla scuola. Alla scuola interessa che vengano rispettate le normative di comunicazione da parte della famiglia che intende garantire al figlio istruzione parentale e interessa che a fine anno il figlio venga iscritto all’esame di idoneità alla classe successiva. Tutto ciò che intercorre non rileva. Rileva che si rispettino gli adempimenti normativi di cui al sito del MIUR e che il bambino o la bambina assolvano i loro obblighi di istruzione.

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Fissa la tua consulenza personalmente con me scrivendo all’indirizzo info@studimediciama.it oppure chiamaci: 0574 056 439 - cell Segreteria 392 2812075 (Lunedì h 9,00/13,00 dal Martedì al Venerdì h 10,00/20,00)

28 GIUGNO 2021


RIDURRE SIGNIFICATIVAMENTE IL RISCHIO ABORTO IN GRAVIDANZA

ATTENZIONE: potresti essere qui a leggere questo articolo perché sei rimasta incinta e vuoi tenere comportamenti responsabili e consapevoli. Oppure potresti essere capitata qua perché cercavi un altro genere di informazione, magari non desideri bambini e stai cercando informazioni su metodi contraccettivi per evitare il rischio di una gravidanza indesiderata e quindi non trovarti un domani a dover praticare un aborto. In entrambi i casi prenditi due minuti per acquisire informazioni molto importanti per te sia oggi che in futuro.

Vedi, in gravidanza si possono verificare 3 problematiche gravi per la tua salute e quella del tuo bambino che devi assolutamente conoscere per cercare di evitare, perché spesso si commettono errori involontariamente che possono costare anche molto cari.

La prima problematica gravissima riguarda proprio l’aborto, spontaneo o indotto chirurgicamente (non desiderato) e devi sapere che, se purtroppo abortire spontaneamente accade sempre più spesso con l’avanzare dell’età della donna, quando si deve scegliere tra salute della madre e nascituro è necessario indurre l’aborto e ciò è oltremodo traumatico quando magari sono passati mesi o addirittura anni prima di avere l’esito positivo del test di gravidanza, e comunque per il fatto di spegnere una vita che sta crescendo.

Le complicanze più gravi inoltre che si susseguono sono il rischio di emorragia massiva uterina e morte della madre, perforazione dell’utero e danni cronici allo stesso o alla cervice con insufficienza cervicale, riduzione della fertilità o parti successivi prematuri. Altre conseguenze dell’aborto possono essere malattie infiammatorie sessuali, danni cronici a intestino e vescica, squilibri ormonali cronici, complicanze secondarie all’anestesia, traumi psicologici che non permettono alla madre di continuare a esercitare il proprio ruolo con altri eventuali figli.

Ti parlo di questo perché negli ultimi 15 anni di professione come medico esperto in dietologia, medicina fisiologica di regolazione e counseling, ho affiancato decine e decine di donne e coppie nel delicato progetto di vivere la gravidanza nel modo meno traumatico, con minori sorprese in negativo, evitando da subito gli eventi più pericolosi per la madre e per il nascituro, conseguenze immediate e a lungo termine delle quali il 90% delle donne non è assolutamente al corrente.

Credo invece che ogni donna debba essere adeguatamente informata e seguita per vivere nel migliore dei modi questo periodo della vita. Vorrei che tu ricordassi che molte patologie sono evitabili o fortemente riducibili in termini di frequenza e gravità cambiando letteralmente lo scenario finale per la vostra vita familiare.

Lo so che adesso potresti sentirti un po’ preoccupata e anche frustrata ed è perfettamente normale quando inizi a renderti conto davvero di quanto si può rischiare.

Allora ecco qualche linea guida per ridurre significativamente il rischio aborto. Per prima cosa occorre minimizzare le situazioni di stress emotivo ma anche fisico, per esempio è importante fare attività fisica ma idonea a questo periodo della vita, quindi evitare sforzi di potenza e tutte le attività che fanno richiamare ai muscoli una quantità di sangue molto elevata. Sono inoltre da evitare tutti i comportamenti che alterano la buona circolazione, come il fatto di stare troppe ore in piedi, o per esempio il fumo, perché provoca maggiori fenomeni ossidativi, e lo stesso vale per il consumo di alcol che incide negativamente sull’apparato cardiovascolare. Inoltre è bene evitare alcuni alimenti come per esempio il prezzemolo che, ti sembrerà strano ma è dimostrato scientificamente aumentare il rischio aborto. Quindi nel momento in cui scopri di essere in dolce attesa fai in modo di rivolgerti a un medico specializzato che abbia una visione della gravidanza a 360 gradi e non trascuri alcun aspetto legato anche al tuo stile di vita. Se hai bisogno di maggiori informazioni e di una consulenza gratuita personalizzata non esitare a contattarmi.

Chiudo questo veloce contenuto ricordando quali sono le altre due problematiche delle 3 a cui ho fatto riferimento in apertura. Una seconda problematica, di tutt’altro tenore ma che genera spesso paura e ansia, è il rischio di non recuperare più la forma fisica che avevi magari precedentemente alla gravidanza e un terzo problema riguarda la paura del dolore durante il travaglio e il parto e come gestirlo. Ma di questi aspetti ti parlerò in articoli successivi.

28 febbraio 2021


IL VERO CAMBIAMENTO:

Un Cambio di Percezione

Oggi affrontiamo insieme il vero cambiamento. Lascia che ti dica che la sola possibilità di governare la nostra vita è imparare a farlo nel qui ed ora. Come?

Intanto dobbiamo smettere di pensare continuamente al passato e al futuro, facendoci limitare dalle esperienze e dal loro finale, o peggio dai racconti delle esperienze vissute da altri. Allo stesso tempo dobbiamo smettere di pensare continuamente al futuro con paura, timore, senso di impotenza che spesso si manifestano soprattutto in un momento della vita così particolare come quello della gravidanza.

In secondo luogo è necessario che tu alleni adesso, fin da subito, nuove abilità e competenze, decisive nel periodo della pre gravidanza e della gravidanza stessa! Non puoi arrivare impreparata.

Il mio obiettivo oggi è aiutarti a imparare a dare nuovi significati a ciò che accade ogni giorno, alle interferenze, agli ostacoli, e credimi è davvero vitale che anche tu come me impari a cambiare la percezione della realtà che ti accade.

Infatti è solo dando nuovi significati a ciò che ti accade ogni giorno che riuscirai a ‘’cadere in piedi’’ senza demotivarti o cadere in depressione se le cose non andranno come hai sperato e desiderato.
Per spiegarmi meglio voglio portarti l’esempio di una mia paziente, una mamma che ho seguito durante la gestazione che si era preparata ad affrontare un parto da manuale, molto soft, addirittura in acqua, e invece si è trovata a vivere un lungo travaglio, difficile, che l’ha costretta ad assumere farmaci molto forti per poi culminare con un taglio cesareo.

Se lo aspettava? Ovviamente no.

Per questo, per prevenire un simile stress e successivamente un ricordo più traumatico di quello che dovrebbe essere il momento più bello, quello in cui nasce tuo figlio o tua figlia, è importante che tu comprenda che il vero cambiamento sta nello sviluppare abilità e risorse come il coraggio, lo stato di presenza, l’assenza di giudizio e una profonda sicurezza.

Il vero cambiamento è quello che ti fa reagire diversamente, che ti fa essere abile a mettere in campo quelle capacità che hai desiderato indipendente dalle difficoltà intorno o dentro di te.
E affinché queste non rimangano solo belle parole, ti propongo subito di allenarti a praticare lo stato di presenza a te stessa e il non giudizio.

Probabilmente ti starai domandando: perché dovrei cambiare la percezione di ciò che vedo ascolto e sento?

Perché se ti eserciti a dare nuovi significati a ciò che ti accade, sia adesso sia durante i nove mesi della gestazione, riuscirai ad attraversare questo periodo nel migliore dei modi, nella tua forma psicofisica ed emotiva migliore. Probabilmente ne avrai bisogno, credimi.

A volte è più intelligente non giudicare una sensazione che provi nel corpo, è più utile pensare che potrebbe essere così ma anche in un altro modo e se ti abitui a dare nuove interpretazioni, allora
sarai meno giudicante e di fatto predisporrai la tua mente, il tuo corpo e il cuore ad accogliere al meglio tutto i cambiamenti che accadranno giorno dopo giorno, riuscirai a gestire al meglio il tuo umore mentre la tua fisicità cambia, sarai in grado di sentirti a tuo agio anche nelle situazioni buffe che accadranno in gravidanza, riuscirai a vivere la sessualità di coppia in gravidanza con gioia e partecipazione, invece che con timore, paura ed evitamento.

Per tutti questi motivi e molti altri, adesso è il momento di allenarti attraverso un esercizio giocoso che deve essere svolto almeno 3 volte a settimana. Ecco di che si tratta, ti faccio alcuni esempi.
Ipotizziamo che tu sia di fronte a una pietanza che ti piace mangiare e che proprio in questo momento ti prenda una sensazione di nausea e mal di testa improvvisa. Naturalmente farai tutto ciò che c’è fa fare per stare meglio, chiamerai il tuo medico se non sarai riuscita a diminuire il sintomo, ma prima proverai a fare una serie di azioni allo scopo di ridurre la nausea.
Potresti iniziare a dirti: “ecco adesso è in momento dell’allenamento. La vita mi mette di fronte a un’interferenza che io voglio imparare a gestire proattivamente invece che passivamente”.

Penserai allora che è necessario essere costantemente presente a te stessa iniziando a portare la tua attenzione sulla respirazione, rilassando la mandibola e respirando sia col naso che con la bocca.

Ti impegnerai a stare nel momento presente e a bloccare tutti i pensieri che potrebbero arrivare su come ti senti, su come dovresti sentirti e su come ti giudicheranno gli altri.

Per arrivare a questo puoi iniziare a canticchiare dentro di te una canzone che ti piace e ti dà la carica, puoi parlare a te stessa affermando che accogli questa sensazione fastidiosa, che ti ascolti profondamente, che è possibile stare anche insieme a questa brutta sensazione, che ti meriti di stare meglio, che ti ami e ti stimi proprio per il tuo coraggio di andare avanti pur provando questo disagio.
Per abbassare il livello di tensione ti invito inoltre a praticare il pensiero non giudicante, ovvero metterti nella posizione del testimone che guarda dall’esterno la scena, ovvero che osserva te stessa mentre hai nausea, e così ti osservi come se fossi al cinema a guardare un film e ascolti la nausea senza lasciare che la tua mente ti ripeta ininterrottamente tutti i motivi per cui la nausea è una sensazione orribile e fastidiosa.  

So che all’inizio non è facile, infatti ti ribadisco la necessità di assumere farmaci compatibili con la gravidanza e di avvisare subito il tuo medico, ma allo stesso tempo metterai in atto anche questo cambiamento nel tuo modo di pensare, sentire ed interpretare ciò che ti sta accadendo. Questo significa fare più attenzione al cambiamento della percezione di ciò che accade piuttosto che al fatto in sé e per sé.

Un simile cambio di paradigma ti aiuterà incredibilmente anche nella gestione del parto e delle contrazioni, nonché in altre circostanze impegnative della gravidanza.

Quindi adesso rileggi se necessario e inizia con eventi di poca importanza e ricorda sempre che ti sto dicendo di prenderti cura di tutto ciò che senti e che ti capita nel modo corretto, senza eccessiva ansia e preoccupazione e allo stesso tempo con l’attenzione e l’aiuto di persone professioniste in ciò che ti serve. Se vuoi contatta anche me, sarò lieta di aiutarti e guidarti in questo delicato percorso!

25 gennaio 2021

GENITORE RESPONSABILE:

3 Strategie per…

Se hai un figlio, una figlia, o sei in dolce attesa, potresti essere colta da mille dubbi, insicurezze, paure, oltre che ovviamente da tutta una serie di sentimenti positivi.

Il mio compito come donna e come medico è quello di starti vicino al meglio, di farti sentire sicura e protetta (uso il femminile per rivolgermi principalmente alle mamme ma sarebbe bene che queste cose le conoscessero anche i papà).

Oggi ti parlo di cosa significa essere “genitore responsabile”, un argomento molto delicato che affronto anche nel Capitolo 1 del mio libro, Infinitamente Mamma.

Se ci rifletti bene, questa parola (“responsabile”) assume una connotazione davvero importante

per una coppia che sta per diventare famiglia. Ma cosa significa più precisamente?

In questo contesto essere “genitore responsabile” significa diventare abili a rispondere alle circostanze, essere capaci di stare di fronte alle prove che la vita ci riserva e saper scegliere la cosa più giusta per noi e per i nostri figli, non solo nel breve periodo ma anche a lungo termine.

Attenzione: qui nessuno giudica nessuno, l’intento è quello di condividere e aiutare.

Perciò lascia che ti dica che da recenti studi statistici risulta che, nonostante la buona volontà, oggi sempre più spesso mancano le necessarie conoscenze etiche, umane e scientifiche per poter davvero dire “io sono un essere umano responsabile”.

Come diventare dunque, a maggior ragione, un “genitore responsabile”?

Non esiste un manuale di istruzioni univoco perché ognuno di noi può insegnare a un altro essere umano ciò che sa e che è diventato, ma voglio condividere con te alcune linee guida facili e veloci.

Prima di tutto devi imparare a portare la tua salute a un livello superiore, ovvero è necessario che tu inizi a concepire lo stato di salute PEF, psico emotivo e fisico, e non solo fisico. Mi spiego?

Se sei in dolce attesa devi sapere che prenderti cura della tua salute durante la gravidanza farà sì che tu trasmetta salute a tuo figlio già dalla nascita.

Come migliorare lo stato PEF?

Lo stato PEF è composto da una componente psichica, la mente, sia quella razionale che inconscia, con le quali bisogna imparare a interagire meglio e in modo proattivo invece che passivo. I pensieri che fai, sia quelli di cui tu ti rendi conto, sia quelli che vanno in automatico e a cui non presti attenzione, condizionano le reazioni degli organi del tuo corpo, quindi è fondamentale che tu diventi abile a padroneggiare un linguaggio con te stessa il più possibile efficace e che ti sostenga e ti potenzi invece di toglierti energia.

Dunque lascia che ti proponga una semplice strategia di potenziamento della tua componente psichica. Bastano pochi minuti 3 giorni a settimana e tutto ciò che vuoi fare è portare la tua attenzione consapevole sui pensieri che fai ogni giorno, ripetendo mentalmente la frase “adesso porto la mia attenzione consapevole sui pensieri più ripetitivi che faccio da mattina a sera”.

Quando arrivano e te ne accorgi fai in modo di fissarli nella tua memoria e non appena hai un minuto apri una nota sul tuo cellulare, magari nel calendario, e scrivi di getto il pensiero che hai fatto. Mi raccomando non starci troppo a ragionare, scrivi. Fallo più volte durante la tua giornata. Consiglio sempre di fare almeno 3 volte il punto della situazione durante la giornata.

So che potrebbe sembrarti un po’ bizzarro ma sapere dove va la tua mente razionale ti porta enormi vantaggi, credimi, perché in questo modo, applicando questa semplice strategia, saprai interagire meglio con lei e fartela sempre più amica.

La seconda componente dello stato PEF è la componente emozionale. Le emozioni che proviamo come esseri umani, belle o brutte, concedimi questa espressione, sono capaci di condizionare positivamente o negativamente il nostro stato di salute e quindi, cara mamma, anche quella del tuo bambino o della tua bambina che porti in grembo.

Allora anche qui ti suggerisco di applicare una strategia per conoscere meglio le emozioni che provi e gestirle con più consapevolezza. Decidi oggi di investire 5 minuti al giorno durante gli altri 3 giorni a settimana in cui non applichi la precedente strategia, e anche qui individua 3 momenti della giornata in cui chiedi a te stessa: “che tipo di emozione sto provando? Come mi sento emotivamente?” E cerca di dare una definizione più precisa possibile al tuo stato emotivo. Poi, come ti ho già suggerito nella precedente strategia, scrivi con parole tue ciò che stai provando. Tendenzialmente suggerisco di fare questo al mattino appena sveglia, a metà pomeriggio e prima di dormire la sera poiché sono momenti in cui lo stato emotivo cambia anche radicalmente. Insomma, tieni a portata di mano un calendario, una nota del telefonino, un piccolo bloc notes e scrivi qualche semplice frase che riassuma come ti senti in quel momento.

Infine, la terza componente dello stato PEF è la componente fisica, che coinvolge tutti gli organi del corpo che lavorano in sinergia. Ricordo sempre alle mie pazienti che la fisiologia, è fortemente condizionata da respirazione, nutrizione e idratazione e oggi con te voglio focalizzarmi su un aspetto in particolare, dandoti una strategia facilissima per valutare il tuo grado di acidità o basicità, ovvero il test di misurazione del PH nelle urine. Nel mio libro dedico molto spazio a questo argomento perché la maggioranza delle persone non monitora il proprio PH e spesso esso è troppo acido, si attesta cioè su un valore 5,5 o 6, anziché 7 come dovrebbe essere.

Questo all’atto pratico comporta il consumo di importanti minerali da parte dell’organismo allo scopo di eliminare acidità dal sangue. Dunque ti suggerisco di fare un piccolo test attraverso degli stick che potrai acquistare in farmacia o su internet, quindi di facilissima reperibilità. La rilevazione deve essere fatta al mattino appena alzata e poi a metà pomeriggio, intorno alle 15.30 – 16.00.

Impara a guardare bene come vira il colore sullo stick a contatto con l’urina e appuntati il numero corrispondente di PH rilevato.

Ecco che già con queste 3 semplicissime strategie hai accresciuto il tuo livello di responsabilità come essere umano e come genitore e soprattutto puoi allenarti a migliorare esponenzialmente il tuo stato di salute e quello del tuo bambino, se sei già in dolce attesa. Il mio augurio è che da oggi tu scriva su un diario i risultati giornalieri di queste strategie di salute che hai imparato, in modo da avere il tuo andamento sempre sott’occhio: pensieri, emozioni e rilevazioni.

Poi, se hai bisogno di me scrivimi o chiamami e prenota la tua consulenza gratis della durata di 15 minuti su questo argomento, così da potermi sottoporre i tuoi risultati.

 28 dicembre 2020


SISTEMA IMMUNITARIO:

Agire per Prevenire

 Se ti stai chiedendo come combattere virus, batteri e altri agenti patogeni che si scatenano in particolar modo in questa stagione e che attaccano il nostro organismo e quello dei nostri bambini, devi conoscere alcune linee guida importanti.

Intanto, hai sentito dire che l’intestino è il nostro secondo cervello?

Capiamo insieme il perché.

Il microbiota intestinale influenza la salute dell'ospite e gioca un ruolo primario particolare per quanto riguarda l'omeostasi immunitaria intestinale e la risposta immunitaria intestinale”.

Lo si legge su PUBMED, autorevole libreria medica, riferimento della comunità scientifica mondiale.

Per semplificare lascia che ti dica che la nostra capacità di mantenere o ripristinare lo stato di salute passa da una continua interazione tra sistema immunitario generale e sistema immunitario intestinale.

Quando l’organismo non riesce a mantenere l’omeostasi (che si traduce in livelli costanti delle condizioni chimico-fisiche interne essenziali alla vita), ovvero perde i suoi equilibri naturali ad esempio di temperatura, ph, ossigenazione e glicemia, si verifica uno stato di non salute e, soprattutto in caso di attacchi batterici e virali, l’intestino gioca un ruolo di prima linea.

In altre parole: la probabilità che ti ammali è tanto più elevata quanto meno il tuo intestino è in salute.

L’intestino infatti non è solo un “cestino dei rifiuti” e il fatto di andare in bagno regolarmente non significa necessariamente che sia in piena salute.

Pensarla così sarebbe un errore.

Ecco che torniamo alla dicitura “secondo cervello”. L’intestino infatti assolve a tutta una serie di funzioni che velocemente ti vado a riepilogare e per le quali viene definito un organo PNEI. Esso ha competenza:

Psicologica, agendo anche sulla gestione dello stress per esempio

Nervosa, cioè è in grado di secernere neurolettici e neuroormoni

Endocrina, cioè è in grado di secernere ormoni

Immunitaria, perché è in grado di liberare citochine

Inoltre l’intestino fa parte degli organi emuntori, insieme a polmoni, reni, fegato, cistifellea, cute, tessuto connettivo, quindi partecipa massivamente all’espulsione delle tossine dannose per il nostro organismo. Torneremo su questo argomento, ma per ora lascia che ti dia delle informazioni di base senza allontanarci troppo dall’argomento centrale di oggi.

Parliamo di “secondo cervello” anche perché la nostra capacità di non ammalarci dipende da come reagiamo alle aggressioni provenienti dall’esterno e gli aggressori virali o batterici interagiscono con il nostro organismo che, non appena si sente attaccato, contrattacca con tutti gli strumenti e le strategie di cui è capace, in primis quelle poste in essere proprio dall’intestino, il quale deve essere messo in condizione però di lavorare bene e secernere tutte le sostanze che servono.

Per questo è fondamentale mantenerlo in ottima forma. Come fare per scoprire quanto il tuo intestino è in salute? Semplicemente attraverso una serie di esami diagnostici sulle feci, esami volti a verificare la presenza o assenza di eubiosi, disbiosi, sindrome da permeabilità intestinale, agenti patogeni cresciuti a dismisura, tutte condizioni che impediscono al sistema immunitario intestinale di coadiuvare le operazioni di difesa dagli attacchi esterni. E fai attenzione perché la diagnosi corretta suo stato di salute dipende dall’esecuzione dei test corretti e non generici o con bassa specificità o bassa sensibilità.

Ricorda che adesso siamo proprio nel periodo autunno/inverno, momento dell’anno in cui le patologie virali si svegliano e iniziano ad attaccare. Se non ti vuoi ammalare dunque devi assolutamente conoscere le informazioni che ho da dirti proprio a supporto del tuo sistema immunitario.

Resta in contatto e se hai domande cercami. Io sono qui per te!

29 novembre 2020


Paura delle Interrogazioni?

Da oggi non più!

Eccoci al nostro secondo appuntamento per aiutare i nostri figli a superare brillantemente un compito in classe oppure una interrogazione orale!

Nel primo appuntamento abbiamo parlato dei primi tre capisaldi della buona preparazione:

1.   alimentazione e biochimica

2.   respirazione centrata e radicata attraverso le tecniche mindfulness

3.   comprensione delle principali convinzioni limitanti su di sé e sostituzione con credenze potenzianti.

In questo secondo appuntamento, ti parlo di mind map, oli essenziali e musica in 432 Hz.

Ma cos’è una mind map e perchè dovrebbe essere così utile a mio figlio?

La mind map è una rappresentazione visiva che attraverso immagini, colori, simboli rende possibile ricordare agilmente qualsiasi argomento di cui si voglia parlare, anche nei dettagli e soprattutto se non lo abbiamo “ripassato” da molto tempo.

È quindi un acceleratore che fa risparmiare tempo e fatica a ogni studente, e permette di richiamare alla mente collegamenti e dettagli che normalmente siamo portati a dimenticare.

La mind map riflette il modo in cui il nostro cervello elabora e richiama le informazioni attraverso immagini, infatti esso processa le informazioni più facilmente se fornite o accompagnate da raffigurazioni  colorate e che in qualche modo stimolino un’emozione mentre le guardiamo.

Il questo modo il cervello non pensa solo razionalmente e schematicamente ma anche liberamente, con un pensiero di tipo radiante.

Come si fa una mind map?

Si parte da un disegno schematico di base su un foglio, ad esempio un sole rappresentato da una palla centrale e una serie di raggi intorno.

Diversamente si potrebbe scegliere anche la rappresentazione visiva di un albero, con le radici, il fusto e la chioma.

Al centro del disegno, quindi dentro la palla o dentro il fusto di scrive o si disegna la parola che rappresenta il concetto o l’argomento che vogliamo esporre.

Successivamente si disegnano scene, simboli, sigle o acronimi che ci permettono di ricordare di volta in volta i vari sotto argomenti collegati al tema principale.

È molto utile disegnare la mind map proprio mentre stiamo ripassando la materia oppure mentre siamo con i genitori (per i più piccoli).

Una volta terminata eventualmente potrà essere aggiornata e soprattutto dovrà essere usata ogni volta che vogliamo

rinfrescare l’argomento.

Ovviamente non sarà possibile portarla in sala d’esame, ma la potrai usare fino all’ultimo momento prima dell’interrogazione: un semplice foglio colorato che in men che non si dica, ti aiuta a ricollegare tutto con semplicità.

Adesso parliamo di oli essenziali.

Sono sostanze estratte da piante aromatiche usate con effetto terapeutico.

Essi provengono quindi da materiale vegetale ricco in essenze appartenenti alle erbe e piante officinali. Naturalmente ne esistono di puri e meno puri, più potenti o meno potenti.

Dato per scontato che abbiamo fatto la migliore scelta sulla qualità dell’azienda e del prodotto, ti voglio raccontare come tuo figlio li potrà usare.

Ad esempio per amplificare la memoria, si dovrà usare il basilico, il lemongrass, o il limone, la menta piperita o la verbena.

Il basilico si comporta come un vero e proprio tonico del sistema nervoso centrale, infatti aumenta il tono dell’umore.

Il lemongrass stimola la positività emotiva, mentre il limone amplifica la capacità di comprendere i concetti.

La menta piperita favorisce le facoltà logiche e lo stato vigile.

E per ridurre la tensione nervosa e l’ansia?

Ci sono molti modi in realtà, ma in questo contesto potremmo aggiungere al diffusore il bergamotto o il rosmarino che stimola la voglia di fare, oppure l’incenso che serve a rilassare la mente.

E la musica in 432 Hz come ci può aiutare?

Prima che tu sorrida vorrei che ti prendessi il tempo di leggere fino in fondo questo articolo.

Non so se ti sei mai domandato quali siano alcune delle chiavi del successo dei brani musicali più famosi, che piacciono a generazioni diverse e che suscitano emozioni alla maggioranza delle persone.

Ebbene una delle chiavi è proprio l’accordatura in 432 hertz.

I musicisti del calibro di Mozart, Chopin, Beethoven, Verdi, lo sapevano bene, perché al di là della melodia componevano proprio scegliendo questa frequenza.

Nel tempo questa conoscenza è stata volutamente celata, infatti da un certo periodo storico è stato addirittura vietato di comporre in 432 hz, per passare invece alla 440hz.

Immagino che ti starai domandando perché i nostri ragazzi potrebbero trarre enormi benefici se studiassero in compagnia del sottofondo musicale di brani in 432 hz.

Te lo spiego subito, il suono entra in risonanza con i corpi circostanti e il nostro corpo entra in risonanza con la frequenza 432 che è armonica con quella della terra, ovvero 8 hz.

Quando noi ascoltiamo melodie scritte in quella frequenza, riusciamo a essere più tranquilli, a avere un cuore più forte e coraggioso e a ridurre il chiacchiericcio continuo della mente, predisponendoci quindi a uno stato di maggiore attenzione, concentrazione e focalizzazione.

Non solo, ma questo tipo di melodie viene usato anche per tranquillizzare i neonati e favorisce perfino i processi di guarigione perché è armonico con i processi biofisici del corpo umano.

Proprio per questo adesso in molti ospedali, nei reparti pediatrici dove si curano malattie molto gravi, viene usata anche la musicoterapia in 432 hz.

Per adesso è tutto. Ti aspetto al prossimo  appuntamento!

 30 novembre 2019


Influenza: come prevenirla?

È vero che in inverno ci si ammala perché siamo più fragili?

Care mamme, il tema che voglio affrontare oggi parte da una credenza che diamo per vera ma in realtà non lo è!

Quante volte siamo portate a dare per scontato e certo ciò che abbiamo sotto i nostri occhi?

Vi confesso che accadeva spesso anche a me, proprio per questo voglio chiarire bene questo punto.

Quando si abbassano le temperature, aumenta la frequenza di manifestazioni quali: raffreddore, mal di gola, tosse, influenza, bronchite e polmonite.

Tralasciando le ultime due che sono meno frequenti, mi voglio soffermare oggi sul raffreddore, la malattia umana più diffusa con circa un miliardo di persone colpite ogni anno. Noi tutte abbiamo sempre sentito dire che in autunno ed inverno il nostro sistema immunitario è più debole, ed in parte potrebbe essere anche vero, ma la verità è un’altra!

Infatti se proprio volessimo osservare il dato da vicino, l’associazione tra raffreddore, influenza e inverno è reale solo per le zone temperate del nostro pianeta.

Nelle zone a Nord o Sud del mondo, i virus come quelli dell’influenza si presentano con picchi invernali. Nelle zone più vicine all’equatore le epidemie di influenza si distribuiscono in modo molto omogeneo durante le varie stagioni.

La stessa cosa è stata osservata per il raffreddore!

E la soluzione non deve essere solo l’uso di farmaci, ma dobbiamo allenare le nostre abitudini di comportamento e quelle dei nostri figli!

Prima di tutto in inverno tendiamo a stare molto più tempo chiusi in ambienti condivisi con molte persone, con scarso ricambio di aria, favorendo il contagio di eventuali virus e batteri.

L’aria secca può fungere da veicolo per la contaminazione della malattia favorendo l’evaporazione di goccioline d’acqua. Sono proprio queste che aiutano la replicazione ottimale per i virus nell’ospite.

Ma come è stato anche verificato sperimentalmente in uno studio del 2007, condotto dai ricercatori del team di Lowen alla Mount Sinai School of Medicine, un ruolo da protagonista lo riveste anche l’umidità.

Lo studio ha dimostrato che in ambienti con bassa temperatura e con scarsa umidità il contagio da virus dell’influenza è molto più efficiente.

Ma allora come mai ci sono bambini che in inverno fanno il bagno nell’acqua gelida o giocano tranquillamente all’aperto anche sulla neve e non si ammalano mai?

Se è vero ciò che ha riscontrato Foxman e colleghi ricercatori dell’Università a Yale, cioè che il rhinovirus (virus del raffreddore comune) è più attivo a basse temperature, dobbiamo essere coscienti che il nostro stesso sistema immunitario è meno efficiente nel combattere il contagio al freddo.

In conclusione, care mamme: le basse temperature inducono una minore risposta anti-virale, mentre alle temperature prossime a quella corporea le cellule delle vie nasali mostrano una maggiore reattività riuscendo a combattere l’infezione virale efficacemente.

Lo so che siamo tutte in trepidazione per avere la “pillola” magica, magari esistesse!

La strategia migliore consiste nell’associazione di comportamenti efficaci nei riguardi delle modalità di contagio e diffusione. Tutto con rimedi farmacologici allopatici o omotossicologici che vi spiegherò nel prossimo articolo. Insieme alla rassegna di una serie di trucchi nutrizionali che potrete attuare con facilità e rapidamente insieme ai vostri figli.

Riepilogando:

1.   Evita di far trascorrere a tuo figlio intere giornate al chiuso, senza arieggiare le stanze o senza migliorare la qualità dell’aria presente.

2.   Evita di far seccare l’aria circolante, ma usa vaporizzatori anche ad ultrasuoni, che possono diffondere aria contenente olii essenziali particolarmente indicati in queste circostanze.

3.   Aiuta tuo figlio a trascorrere del tempo all’aperto, anche quando il tempo non è perfetto e la temperatura scende, perché questo contribuisce ad allenare il sistema immunitario a rispondere prontamente e coerentemente all’ambiente esterno.

4.   Ricorda ogni giorno ai tuoi figli l’importanza di lavarsi spesso le mani, per evitare attraverso di esse la replicazione virale e batterica. In questo senso bisognerebbe utilizzare dei saponi a ph antibatterico, e anche fazzolettini con amuchina o gel sempre a base di amuchina. Oggi è davvero molto facile reperire questi aiuti. Invita tuo figlio a usufruirne tutte le volte che torna a casa da scuola, dalla palestra o da un luogo di socializzazione, e ogni volta che tocca superfici “comuni” come le porte o i rubinetti dei bagni.

Infine voglio lasciarvi con questa domanda: quanti tra noi adulti e tra i bambini sanno o ricordano di starnutire o tossire dentro un fazzoletto di carta o di stoffa?

Purtroppo non vedo mai attuare questa semplicissima regola che eviterebbe una grossa percentuale di contagio. Cosa ne direste se iniziassimo tutti a metterla in pratica? 

Per oggi è tutto, vi aspetto nel prossimo articolo in cui voglio raccontarvi altre strategie per debellare le malattie invernali!

24 novembre 2019


INTERROGAZIONI SCOLASTICHE? Niente più paura!

Troppo spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai nostri figli che, assaliti dalla classica e terrificante insicurezza pre-esame o pre-compito scritto, ci guardano con aria preoccupata o si lamentano con noi.

Sarà perchè queste sensazioni riaccendono i nostri ricordi di allora, quando anche noi, tremavamo nell’esporre le argomentazioni di fronte alla temibile professoressa.

Abbiamo sempre pensato che il risultato finale di un esame o di una prova scritta sia direttamente proporzionale all’intelligenza oppure alla quantità di ore studiate, o perfino alla buona sorte.

In realtà questi fattori contano solo in parte e te lo dimostrerò con prove scientifiche e indiscutibili.

Se ti è mai capitato di studiare la Neurolinguistica hai potuto apprendere che lo stato d’essere di ciascuno di noi di fronte a ogni situazione della vita è determinato dall’insieme di tre ingredienti principali.

Questi, devono essere conosciuti e usati con una certa familiarità e quindi dobbiamo saperli richiamare spontaneamente e senza fatica.

Per spiegarmi meglio ti porterò un esempio. Mettiamo il caso che tu mamma voglia preparare una torta per tuo figlio.

Il primo passo è conoscere la ricetta, la sequenza esatta in ordine di priorità per mescolare i vari ingredienti nelle giuste dosi, e poi dovrai seguire la cottura sia nei tempi e nelle modalità corrette.

Ma tutto questo non basta!

Quante volte ci aiutiamo anche con delle video ricette, scegliamo gli ingredienti migliori e seguiamo tutto, ma proprio tutto alla lettera, eppure il dolce non è venuto proprio proprio bene?

Come avrai già intuito, la risposta giusta è: ripetizione ovvero allenamento.

Lo sappiamo tutte che i dolci e qualsiasi altra ricetta migliorano mano a mano che cucini, quindi non ti soprendere se ti svelo che anche quando avrai appreso tutte le informazioni per aiutare tuo figlio, non basterà sapere, ma dovrete allenare e ripetere, tu insieme a lui!

Riassumendo quindi la check list fondamentale per la preparazione di un esame, essa prevede:

1)   Un buon lavoro sulla fisiologia del corpo

2)   Una attenzione particolare all’atteggiamento mentale.

In questo contesto per aiutare tuo figlio a migliorare sulla sua fisiologia, dovrai assicurarti che lui sia idratato sia nelle ore precedenti che durante l’esame. Quindi bisogna evitare le bevande gassate o dietetiche e rifornirsi di acqua con basso residuo fisso (inferiore a 30) e con ph di almeno 7.

L’ideale sarebbe aggiungere un limone spremuto e del miele o fruttosio, in quantità di 1 cucchiaio per ogni 500 ml.

A casa è ottima la soluzione di un centrifugato o di un estratto.

Ma come sapere se stiamo bevendo correttamente?

Calcola circa 30 ml di liquido per ogni kg di peso corporeo, e soprattutto ricorda che si beve in assenza di sete!

Quando hai sete, sei già disidratato!

Il secondo fattore per lavorare sulla fisiologia consiste nella corretta regolazione degli sbalzi glicemici. Attualmente mangiamo quasi sempre carboidrati eccessivamente raffinati, con un indice glicemico troppo alto.

Questo crea delle pericolose oscillazioni tipo “montagne russe” nel sangue e quando dopo 1 ora la glicemia scende, tuo figlio sarà meno presente, meno lucido, la mente lavorerà molto lentamente e gli sarà difficile avere e mantenere la giusta concentrazione.

Passiamo adesso al secondo punto, quello del giusto atteggiamento mentale.

Sicuramente uno degli aspetti più cruciali è che ogni ragazzo ha delle convinzioni su di sé  che lo limitano.

Ti è mai capitato di sentirgli dire: “non è possibile”, “è troppo difficile”, “non ci riesco”, “non sono capace” e altre frasi simili?

Queste sono credenze limitanti, e non sarà sufficiente un discorso razionale e farle scomparire.

Credimi, te lo dico col cuore.

Il pensiero positivo in questo caso non basta, perchè le convinzioni sono radici profonde dentro di noi, e serve un allenamento specifico per un certo lasso di tempo se vuoi davvero aiutare tuo figlio a ridurle o eliminarle.

Esistono degli esercizi facili e divertenti che tu potrai svolgere insieme a lui, oppure potrai sfruttare alcuni giochi linguistici della buona comunicazione per risolvere questo brutto pasticcio!

Infine, ma solo per oggi, mi vorrei soffermare su un altro ingrediente vitale per avere uno stato d’essere potente di fronte a qualsiasi prova d’esame: una respirazione da persona radicata e centrata.

Non sto parlando affatto delle solite tecniche di respirazione di cui hai sicuramente sentito parlare!

Mi sto riferendo alle tecniche che abbiamo iniziato a insegnare da qualche anno nelle scuole primarie e secondarie di tutta Italia, le tecniche che fanno capo al Progetto Gaia.

Il Progetto Gaia, del quale io faccio parte da ormai diversi anni, è un programma di educazione alla salute psicofisica sviluppato da una equipe di medici, psicologi e psichiatri, per rispondere alle linee educative internazionali del DESS, promosso dall’Unesco.

Le tecniche di respirazione a cui alludo sono molto di più di una semplice respirazione tranquillizzante, e non si improvvisano!

Non vi basterà quindi sapere la ricetta, ma dovrete allenarvi per qualche tempo, tu e tuo figlio.

Mi riferisco ad alcune pratiche di Mindfulness, al body scanner, agli esercizi di energetica e ad altri divertenti giochi che rapidamente lo aiuteranno a sentirsi a proprio agio, con la mente calma e attenta.

Mano a mano che la pratica di questi esercizi sarà affinata, tuo figlio sarà perfettamente  capace di  stare in armonia con emozioni come la paura, l’ansia, l’insicurezza, lo scoraggiamento.

Io mi diverto ancora ogni singola volta che le pratico, e la cosa più bella di tutte è che tu, genitore, diventerai l’eroe o l’eroina di tuo figlio, il leader per autorevolezza e non per autorità.

11 NOVEMBRE 2019


PERCORSO GENITORE ALLENATORE
STATO PEF (psico-emotivo-fisico):

Come Migliorarlo e Mantenerlo!

Quanti equivoci ci sono a proposito della salute nostra e dei nostri figli?

Quante volte si incorre in inutili litigate per questioni futili salvo renderci conto poi, soltanto troppo tardi, che eravamo noi in uno stato di disequilibrio? Oppure che lo erano i nostri bambini e sarebbe bastato agire su una delle componenti basiche dello stato di salute per evitare danni?

Nel mio libro Infinitamente Mamma parlo approfonditamente e fin dal primo capitolo del concetto di “genitore responsabile” e del fatto che tutto comincia dal coltivare la propria salute dal punto di vista psico-emotivo e fisico (stato PEF)
Cosa intendo dire? Lascia che ti introduca brevemente questo argomento che potrai approfondire nel libro.

La componente P (psichica) ha a che fare con la mente, sia razionale sia inconscia, con le quali bisogna imparare a interagire meglio ed in modo proattivo invece che passivo. I pensieri che fai condizionano le reazioni degli organi del tuo corpo, quindi è vitale diventare abili a padroneggiare un linguaggio efficace con te stessa, che ti sostenga e ti potenzi invece di toglierti energia, voglia di fare e ti depotenzi.
Ecco un esercizio a cui dedicare qualche minuto almeno 3 volte a settimana: porta la tua attenzione consapevole sui pensieri ripetitivi che fai ogni giorno, semplicemente affermando a voce alta la frase "adesso porto la mia attenzione consapevole sui pensieri più ripetitivi che mi passano per la mente da mattina a sera".
Quando arrivano e te ne accorgi, fai in modo di fissarli nella tua memoria e non appena hai un minuto, scrivi di getto il pensiero che hai fatto. Mi raccomando senza starci troppo a ragionare. Scrivi!
E così via durante l’arco della giornata fino a sera. I vantaggi di sapere dove va la tua mente razionale sono immensi, credimi, perché anche se questo esercizio sembra banale, ti aiuta a focalizzare fin da subito e in modo semplice e naturale, cosa ti dici più di frequente e da lì, se vorrai, potrai condizionarti a cambiare i tuoi pensieri.

Ricorda che la mente crede a ciò che tu le ripeti più di frequente, e ciò in massima parte dipende dalla tua volontà.

Per quanto riguarda la seconda componente della salute, ovvero la componente E (emozionale), allo scopo di allenarti ho bisogno che tu svolga l’esercizio giocoso del “check emozionale” che ti sto per spiegare.

Svolgilo 3 giorni a settimana per 5 minuti al giorno, così sarai in grado di misurare i tuoi alti e bassi emozionali.
Ecco l’esercizio. Prenditi 4 momenti della giornata (appena ti alzi, all'ora di pranzo, nel pomeriggio e prima di dormire la sera) e chiedi a te stessa: che tipo di emozione sto provando? Come mi sento?
Cerca di dare una definizione, poi ferma quella emozione e appena puoi scriviti un promemoria.
Ricapitolando scriverai 4 parole o 4 semplici frasi che riassumo come ti senti.
Fai l'esercizio con fiducia e diventa sempre più consapevole del tuo stato PEF.

Ma non è tutto, dobbiamo ancora parlare della componente della salute numero tre, ovvero la componente F (fisica).

Nel libro Infinitamente Mamma ti ho già dato molte informazioni per una nutrizione adatta alla donna in preparazione ad una gravidanza o già in attesa, infatti ormai hai capito che la fisiologia è fortemente condizionata dal respiro, dall’acqua che bevi e dalla tua respirazione oltre che dalla biochimica.
In questo approfondimento mi focalizzerò sul Test per la rilevazione nelle urine del ph perché la stragrande maggioranza di noi ha un ph troppo acido, circa 5,5 o 6 invece di 7.
Questo comporta il consumo di importanti minerali allo scopo di eliminare acidità dal sangue.
Per eseguire il test ti devi munire degli stick che potrai acquistare in farmacia ed effettuare la rilevazione una prima volta di mattina appena alzata e una seconda volta di pomeriggio, verso le 15,30-16.00. Ogni volta scriviti il numero corrispondente al ph e controlla quanto si discosta dal normale parametro 5,5.
Questo semplice test è in grado di rivelare molto sulla tua salute fisica perché, come ti ho detto in numerosi post che trovi sui miei canali social (pagina Facebook Dott. Lucia Premda Costucci, gruppo Facebook dedicato proprio ai genitori Genitore Allenatore – GEA, e profilo Instagram Lucia Premda) un elevato grado di acidosi può seriamente compromettere la salute fisica di chiunque di noi.

 Perciò ricorda che per salute si intende la capacità dell’individuo di tendere a un adeguato stato psico-emotivo e fisico, in cui ogni elemento è in equilibrio, a maggior ragione se sei genitore o desideri diventarlo.
Per approfondire corri a procurarti il Libro Infinitamente Mamma e poi contattami per le tue domande e richieste di approfondimento!

07 ottobre 2019


Protezione solare e importanza dell’INCI

Sapere leggere l'INCI è fondamentale per la nostra salute e quella dei nostri figli. Eccovi tutte le informazioni utili.

È tempo di mare e si sa, dobbiamo scegliere la protezione solare per noi e per i nostri bambini. Anche io, come sicuramente qualcuna di voi, all’inizio ci sono cascata!

Di cosa sto parlando? Del fatto che anche io come voi ho scelto la protezione in base al colore della confezione, o all’odore che emanava una volta aperto!
Forse tu li hai comprati in base alla bellissima pubblicità pensando che in televisione si dica la verità, oppure perché quello che leggiamo sulla confezione ci piace e ci sembra buono.

Ma non è così che si sceglie un prodotto.

Allora come facciamo a capire se uno stick, un latte solare, una crema che stiamo usando o che vogliamo acquistare sia veramente buono?

Prima di tutto, è bene saper leggere l’INCI

Investire qualche minuto per leggere sempre gli ingredienti ti farà fare la cosa giusta, se lo sai interpretare!

Ma cosa significa questa parola strana?

Non è altro che la lista degli ingredienti. L’unica arma che abbiamo a nostra disposizione, che ci permette di verificare realmente se le promesse che ci vengono fatte da quel prodotto, possono veramente essere mantenute.
La regola generale che devi sempre tenere in mente, è che gli ingredienti che leggi vanno in ordine decrescente, quindi dalla sostanza che è presente in maggiore quantità, a quella presente in minore quantità.

IL PRIMO PASSO È QUINDI
RICONOSCERE LE SOSTANZE ATTIVE
ED IL SECONDO QUELLE DANNOSE!

Forse ti sorprenderà il fatto che chi formula i prodotti, soprattutto quelli che troviamo a basso prezzo nei supermercati o negozi di cosmetici di scarso livello faccia uso di sostanze che non solo non fanno bene alla nostra pelle, ma la danneggiano, tuttavia è cosi.

Se troviamo un ingrediente classificato come ‘poco buono’ in cima alla lista, la cosa sarà ancora più grave perché significa che è presente in quota rilevante e non in tracce.
Quando invece lo trovi in fondo all’ INCI, significa che di quella sostanza c’è n’è davvero pochissima, quindi se non hai un prodotto con INCI migliore, prenderai quello che io definisco “meno peggio”.

Saper leggere l’INCI è quindi anche riconoscere il posizionamento dei vari ingredienti!

Soprattutto delle le sostanze naturali.

Chissà perché è diffusa l’idea che la parola “naturale” sia magica e basti scriverla per garantire la bontà di ciò che si sta acquistando!

Stai ben attenta e aguzza gli occhi! Il business vuole che oggi molti cosmetici inizino ad usare tra i loro ingredienti principi attivi di origine naturale: più per denaro che per vera convinzione che il naturale sia migliore.

Ecco le principali sostanze che dovrebbero essere assenti da qualsiasi prodotto per la pelle.

Iniziamo dai Petrolati, ovvero derivati del petrolio che purtroppo risultano occlusivi, e non dermocompatibili: paraffinum liquidum, petrolatum, mineral oil, vaselina, paraffina.

La seconda classe dei non dermocompatibili, sono i siliconi, difficili da lavare via.
Creano una pellicola su pelle e capelli che sembra idratare e proteggere ed invece a lungo termine determinano sui capelli l’effetto cute grassa e secchezza sulla lunghezze del capelli (protezioni solari in spray per i capelli).

Ecco alcuni siliconi: dimethicone, amodimethicone, cyclomethicone, cyclopentasiloxane e vi assicuro che all’inizio anche io mi sono lasciata tentare, perchè volevo capelli più lucidi anche sotto il sole!

Infine arriviamo alla categoria dei conservanti: imidazolidinyl urea (cessore di formaldeide), diazolidinyl urea (cessore di formaldeide) methylchloroisothiazolinone e methylisothiazolinone.

Ti è mai capitato di scegliere lo shampoo estivo per i tuoi figli in base alla schiuma morbida e soffice?

La maggior parte degli shampoo in commercio, molto lavanti e aggressivi contengono SLS (sodium lauryl sulfate) e SLES (sodio laureth solfato) sono stati oggetto di esami approfonditi che ne hanno decretato la necessità di usarli con parsimonia e addolciti con altri tensioattivi più naturali e delicati, e più rispettosi della pelle e dell’ambiente (come ad esempio la Betaina).

Altre sostanze tossiche da cui stare alla larga sono rappresentate dal Triclosan, un antibatterico molto penetrante, registrato come pesticida, è anche sospetto agente cancerogeno. Viene accumulato nei tessuti corporei, quindi provoca un avvelenamento lento che si protrae nel tempo. Ad alto rischio per la salute umana e per l’ambiente.

Tieni duro, siamo alla fine di questa triste lista, ti chiedo solo di prestare attenzione all’ Edta- tetrasodium: inquinante per l’ecosistema;  a ciò che termina in trimonium-dimonium: inquinante per le acque; e glycol: solventi sintetici aggressivi sulla pelle.

Ecco, credetemi: sapere leggere l’INCI è fondamentale per la nostra salute e quella dei nostri figli.

17 giugno 2019 


LE PRESUPPOSIZIONI DELLA BUONA COMUNICAZIONE

Cara mamma, caro papà, per molti di voi sono giorni particolari, i bambini hanno iniziato la scuola o l’asilo e voi potete recuperare del tempo per approfondire argomenti particolari e importanti per la vostra serenità familiare e un miglior rapporto con i vostri figli.

Per questo motivo oggi iniziamo a parlare di "presupposizioni della buona comunicazione".

Presupporre significa decidere con un atto volontario di tenere sempre presente un certo modo di pensare nel nostro modo di comunicare con nostro figlio, ovvero scegliere determinate cose come punti di riferimento nel voler essere Genitore Allenatore di nostro figlio. 

Le presupposizioni di cui parleremo sono mutuate dall’esperienza pratica della buona comunicazione tra esseri umani, dove per buona comunicazione intendiamo il tipo di comunicazione che permette di ottenere un risultato “vincere-vincere”, ovvero un risultato che non è profittevole per una parte e non profittevole per l’altra, ma lo è per entrambe.

Ovvio che poi tutto ciò viene adattato ad un rapporto molto particolare che è proprio quello genitore-figlio. In una fase iniziale è molto importante che tu mamma, o papà, apprenda bene questi concetti perché poi ti accorgerai che, man a mano che educhi tuo figlio anche lui, o lei, si rifarà a questi concetti nei tuoi confronti e il circolo sarà sempre più virtuoso. 
Perciò cominciamo subito a spiegare le 7 presupposizioni della buona comunicazione.

PRESUPPOSIZIONE 1 Mio figlio ha tutte le risorse dentro di sé per affrontare qualsiasi circostanza.
Presupporre che tuo figlio abbia tutte le risorse dentro di sé per risolvere una determinata situazione, per affacciarsi ad un nuovo progetto, per dedicarsi a realizzare un sogno, è fondamentale.

Tutte queste risorse possono essere già sviluppate in modo eccellente, oppure possono essere a un livello embrionale, iniziale, un po’ come un diamante grezzo che poi può essere lavorato.

Esse in realtà dipendono da un altro fattore fondamentale che è lo stato d’essere, per cui il compito del genitore non è solo quello di coltivare la credenza che il figlio abbia in sé tutte le risorse che gli servono, ma anche quello di considerare che queste risorse possono essere tirate fuori o meno semplicemente perché dipendono dal suo stato d’essere in quel momento. Ecco che ciò si collega alla seconda presupposizione.

PRESUPPOSIZIONE 2 Ognuno agisce usando le risorse di cui dispone in relazione diretta con il suo stato d’essere (stato PEF) e con il linguaggio che usa con sé stesso.

L'uso che tuo figlio riesce a fare delle sue risorse è legato al suo stato d'essere.
Per esempio se tuo figlio è in uno stato di disidratazione, o di ipoglicemia, o al contrario ha bevuto alcolici o ha ingerito dei cibi che alzano troppo la glicemia, oppure si trova in un ambiente non idoneo e che lo influenza negativamente, tutto ciò può rallentare o impedire che riesca a tirar fuori le sue abilità.

Il compito del genitore è proprio quello di aiutarlo a rimanere nel miglior stato d’essere possibile, aiutando il figlio a migliorare la sua biochimica (bere nel modo giusto, mangiare nel modo giusto, rispettare i giusti tempi tra un pasto e l’altro, rispettare le giuste associazioni di cibi) a mantenere la giusta fisiologia, attivando per esempio meccanismi di buona respirazione (molti ragazzi diventano adulti senza sapere come respirare, non riescono a entrare in contatto con la loro parte profonda e quindi quando entrano in contatto con delle emozioni forti non riescono ad essere centrati) e anche aiutandolo a gestire meglio il modo in cui si rivolge a sé stesso (i pensieri ripetitivi che fa, ciò che crede di sé, quello che si dice, possono talvolta fare da blocco emotivo). 

Quindi se sei genitore e senti dire a tuo figlio che non è capace di fare una certa cosa, potresti dire “è vero, oggi non sei capace, ma se insisti domani potresti diventare capace e le cose potrebbero venirti spontanee, senza sforzo”.

Quindi ogni volta che senti tuo figlio che fa delle affermazioni poco potenzianti potresti intervenire tempestivamente per condizionare un linguaggio interno diverso e più performante.

PRESUPPOSIZIONE 3 L'intenzione è sempre positiva.
Purtroppo alcune figure di riferimento quando si è piccoli (per esempio insegnanti, allenatori, catechisti, parroci ecc.) anche involontariamente qualche volta installano nella mente del bambino o della bambina delle credenze depotenzianti.

Perciò è importante che tu genitore vada ad anestetizzarne l’effetto usando ad esempio la terza presupposizione della buona comunicazione e dicendo magari:
“in quel momento, dal suo punto di vista, l’intenzione di quella persona era comunque di aiutarti, di agevolarti, di spronarti, o allontanarti da un potenziale rischio, quindi anziché prendere la cosa per vera così come ti viene detta, se la cosa ti fa soffrire e ti fa sentire il cuore stretto, ragiona pensando che quella persona, con la sua esperienza di vita e secondo il suo punto di vista, è arrivata a quella conclusione. Allora secondo te quale poteva essere l’intenzione positiva in quello che ti ha detto e che lì per lì ti ha ferito?”. 

A quel punto aiuti tuo figlio a ragionare da un altro punto di vista.
E allora mi dirai... E quando l’intenzione positiva non c’è? Purtroppo succede. Quando purtroppo non c’è intenzione positiva, il ragionamento deve sempre andare sull’obiettivo finale. 
Se ad esempio a scuola un bambino viene interrogato continuamente e inizia a pensare di avere di fronte un professore che lo vuole per forza boicottare, raccontarsi questa cosa non gli serve, non è utile, fa solo soffrire. 

Se invece inizia a pensare che magari agli occhi di quel professore lui o lei è il figlio o la figlia che non ha mai avuto, e quindi traspone su di lui o lei il suo dolore e la sua frustrazione, il punto di vista cambia, perché magari se avesse avuto quel figlio avrebbe preteso tanto, quindi il modo migliore di insegnare per quel professore (cioè di essere d'aiuto) è tenere il ragazzino o la ragazzina sempre sulla corda, interrogandolo ogni volta per farlo studiare sempre e tanto. 

Risultato? Se lui studia sempre e viene interrogato 8 volte in un quadrimestre anziché 2, il risultato finale sarà una maggior preparazione degli altri e agli esami una minor fatica e un voto migliore. Questo è il ragionamento da insegnare a tuo figlio o a tua figlia.

PRESUPPOSIZIONE 4 Quando parli, o quando agisci, è tua responsabilità occuparti di farti capire bene, o di far interpretare bene le tue azioni all’altro.

Tra fratelli: se io faccio una critica a mio fratello e lui si arrabbia da morire, invece di pensare subito che è permaloso, la cosa da fare è chiedermi come ho veicolato io il messaggio, perché molte volte, involontariamente, magari usiamo delle parole troppo dure oppure non troppo precise per identificare quello che vogliamo dire davvero, perciò si rischia di essere fraintesi dall’altro.

Nel rapporto genitori e figli: il genitore dovrebbe sempre chiedersi “sono sicuro di essermi spiegato bene?”

“Se mio figlio non ha fatto questa cosa, io gli ho fatto capire che era davvero importante?”

Ti stai chiedendo come far capire a tuo figlio che una cosa è davvero importante? 

Non con un meccanismo di punizione ma facendolo ragionare sulle conseguenze naturali che possono scaturire da quello che uno dice e da quello che uno fa. 

Per esempio, se mio figlio chiama il suo amico solo quando gli fa comodo, quale potrà essere la conseguenza naturale? Che magari quando ci sono delle cose divertenti da fare non viene chiamato a partecipare e magari resta da solo. 

Oppure, dal punto di vista del figlio egli si chiederà: quali sono le conseguenze naturali se io ogni volta che i miei genitori mi chiedono una cosa, mi lamento? Che magari quando io andrò a chiedere loro una cosa, anche loro si lamenteranno con me e magari non esaudiranno il mio desiderio o la mia richiesta.

PRESUPPOSIZIONE 5 La mappa non è il territorio.

Ogni giorno quello che accade e si manifesta in una maniera tale che a te sembra oggettiva, è sempre un’interpretazione che ognuno di noi opera su un accadimento.
In sostanza, se tu vivi una cosa che accade in un certo modo, quella stessa cosa non è detto che sia vissuta in maniera uguale da tutti, quindi è importante chiedersi l’altra persona come interpreta una certa cosa.

Per favorire la stessa interpretazione allora è importante cercare di usare il più possibile parole simili a quelle che usa nostro figlio per esprimere lo stesso concetto, o un concetto simile. 

Lo stesso gergo usato in contesti diversi può assumere significati diversi e generare dei fraintendimenti nella comunicazione.
Per esempio è chiaro che se un ragazzino usa delle espressioni particolari con un amichetto mentre gioca a pallone, quelle stesse espressioni usate a casa con la sorella magari non hanno senso, perché lei non usa quel linguaggio.

L’interpretazione è sempre un modo di codificare una realtà, quindi si fanno delle scelte, esattamente come nella mappa tu utilizzi determinate proporzioni per rappresentare promontori, fiumi, laghi ecc.
Per esempio a scuola hai sulla carta geografica delle righe e dei numeri che ti fanno capire l’altitudine del promontorio, ma quella rappresentazione lì è piatta, non è il promontorio stesso, che magari è alto 2000 metri e tu invece hai un foglio di qualche millimetro con indicata in forma scritta l’altitudine.

PRESUPPOSIZIONE 6 Mente, corpo e cuore fanno parte di un unico sistema che interagisce continuamente.

Questa presupposizione della buona comunicazione è importante perché se tu genitore la tieni presente consideri che tuo figlio magari sta mangiando degli alimenti che alterano continuamente la sua glicemia, e quindi puoi intuire come parlerà, come studierà e che tipo di emozione tenderà a tirar fuori in certi contesti. 

Per esempio se sta mangiando un quantitativo elevato di carne, e si tratta purtroppo di carne di un animale che ha vissuto con molto stress, la sua adrenalina sarà trasferita direttamente a tuo figlio, che quindi tenderà a diventare più aggressivo. 

Alcuni alimenti per esempio interferiscono con la capacità creativa: questo non significa che tuo figlio dovrà smettere di mangiare completamente certe cose, ma che se ad esempio deve fare una prova di atletica, sarà sconsigliato che mangi patatine fritte, oppure se ha un compito in classe sarà meglio che a colazione mangi un uovo anziché una merendina.

Se abitui tuo figlio a vivere emozioni depotenzianti (frustrazione, paura, demotivazione, rabbia) probabilmente avrà meno energia o un livello energetico altalenante, renderà di meno, sarà meno costante e anche certe reazioni che potrebbe avere sono legate a questo.

E attenzione anche al meccanismo inverso, che lega un’emozione a un rapporto distorto con il cibo.

PRESUPPOSIZIONE 7 La realtà (ciò che dici e che fai) viene percepito sempre attraverso i cinque sensi.

Anche se l’azione è un comportamento, dall’altra parte viene recepito anche dal punto di vista delle immagini che l’altro mentalmente gli associa, dal punto di vista del linguaggio in riferimento a ciò che viene detto o fatto, e dal punto di vista delle sensazioni e delle percezioni

Tutto ciò che un genitore dice e fa viene recepito dal figlio in questi termini e quindi provoca delle conseguenze. 
Perciò quando interagisci con tuo figlio pensa a qual è il modo migliore per evitare l’insorgere di emozioni di un certo tipo, di percezioni di un certo tipo (per esempio la sensazione di avere il cuore stretto se il figlio riceve una critica del genitore) e vedrai che il vostro modo di comunicare migliorerà tantissimo.
Se desideri approfondire contattami e sarò ben lieta di offrirti una sessione di consulenza completamente gratis.

Ciao!

23 settembre 2019


Studi Medici Ama: Dott.ssa Lucia CostucciVedi profilo